la samaritaine

Le antiche memorie de La Samaritaine, lo storico “Grand magasin” fondato nel 1870, ci portano in un viaggio a ritroso nel tempo in uno dei più grandi magazzini della Ville Lumière. Costretto a chiudere nel 2005 per motivi di sicurezza,  balza oggi agli onori della cronaca per la promessa mantenuta: un “design architettonico” lo consegna all’antico splendore, ispirato dal soffio creatore del primigenio architetto Frantz Jourdain e, successivamente, Henry Sauvage.

Il gruppo francese LVMH, che ne detiene la proprietà – non ha certo bisogno di presentazioni – ha puntato sul risanamento architettonico ed una ristrutturazione in grande stile per gli storici edifici «Rivoli» e «Seine» situati nel 1° Arrondissement della capitale francese. Dalla visione di LVMH alla realtà: i magazzini sono solo il nocciolo di un intero quartiere che abbraccia spazi commerciali, un hotel, uffici, appartamenti e asili d’infanzia.

Il concorso lanciato da LVMH-SAMARITAINE nel 2008 è stato vinto dallo studio di architettura giapponese SANAA (impeccabili vincitori del premio PRITZKER 2010) e il suo completamento è notizia di questi giorni.

Il raffinato e lussuoso concept d’interni, inondato di luce grazie alla presenza di ampie superfici vetrate, è stato affidato al duo Canadese con base a New York Yabu Pushelberg, maestri del retail haut-de-gamme, con il loro utilizzo di materiali nobili, caldi ed accoglienti immersi in suadenti palette cromatiche. 

La sua inaugurazione glamour (dopo i ritardi causati dalla pandemia) ne svela alcuni misteri. Ed ecco stagliarsi all’orizzonte il profilo del department store parigino più chic del mondo (il cui restyling sembra essere valutato non meno di 500 milioni di euro) L’edificio si avvolge intorno alla struttura eifeliana per poi spiegare le sue ali su ben sette piani – per un totale di 70 mila metri quadrati – dedicati al lusso e alla raffinatezza. Una vera e propria luxury destination per milioni di francesi e turisti stranieri che ogni anno visitano Parigi; oltre allo shopping ciò che viene proposto è un nuovo modello d’intrattenimento e lifestyle.

La Samaritaine

Un dispiegamento di forze con le sue 21 vetrine, 9 tra ristoranti e caffè, con oltre 600 metri quadrati dedicati ad una clientela esclusiva. Il nuovo “habillage” del department store è la veste che cela un’anima legata al retail di lusso. Può essere definito a pieno titolo uno dei più affascinanti progetti architettonici in Europa, una colonna vertebrale di anelli che alternano tradizione, storia e modernità; una ristrutturazione complessa quella compiuta dallo studio Sanaa, che dialoga con un mix di stili tra art nouveau e art déco. Una ragnatela d’artista attira nelle sue trame l’intero quartiere. La diversità è un valore che sta a cuore al visionario fondatore e finanziatore del progetto: diversità di funzione, di forme architettoniche, di metodi e materiali di costruzione, ma anche sociale e intergenerazionale.

LEGGI ANCHE – Boutique del lusso: una brillante mise en scène per Bucherer a Monaco

La Samaritaine, nel cuore pulsante tra il Louvre e Notre-Dame, si avvia a diventare un crocevia mondiale nella direzione del «French way of living» per un’esperienza d’acquisto intimamente connotata dall’esprit parigino, imbevuto di cultura e allure francesi seppur filtrati dall’estremo rigore e purezza nipponica. 

Su Rue de Rivoli gli architetti hanno osato interrompere il linguaggio preesistente all’insegna di un nuovo “sinechismo”, che fa posto ad un volume traslucido, rivestito di grandi pannelli in vetro increspati coma la schiuma del mare. Una quinta teatrale espressione di quello spirito della contemporaneità che dialoga, attraverso un gioco di scintillanti riflessi, con le architetture circostanti, mutevoli come la luce del giorno.

La Samaritaine

SAANA Architects è espressione dei suoi fondatori Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa ai quali fu affidata la direzione della Biennale di Venezia, “Peolple meet in the architecture” nel 2010. Il loro percorso di sperimentazione in architettura, simile a quello condotto dagli scienziati in laboratorio, è la via scelta dagli architetti. Il “dispositivo architettonico” serve ad attivare il processo dinamico di interazione sociale, creando un modo nuovo di vivere lo spazio, al di là della spazialità fisica.

Gli spazi comunitari sono quegli spazi che vengono solcati da percorsi quotidiani che gli utenti percorrono in base alla propria sensibilità. Cosa definisce questi percorsi? Per scoprirlo suggeriamo di seguire il passaggio segreto, punteggiato di alberi sotto la luminosa volta celeste, che unisce i vari edifici del complesso paesaggio rarefatto, tempio del lusso e della bellezza. Se non amate particolarmente lo shopping potrete sempre ammirare la meravigliosa architettura o la titanica opera murale che ritrae in tutto il loro splendore l’emblema stessa della “vanità”: il pavone. L’affresco in stile ottocentesco impreziosisce e troneggia dai quattro lati della costruzione con i suoi 3,5 metri di altezza e 115 metri di lunghezza. Si fa risalire a Francis Jourdain (figlio dell’architetto demiurgo Henry) ed è realizzato su supporto marmoreo e intonaco.  

Alcune delle più prestigiose ed esclusive superfici in legno d’arredo Listone Giordano sono entrate in punta di piedi, scelte per rivestire con un tocco di naturalezza le aree deputate alla moda, alla cosmetica e alla gioielleria. 


Seguici sui nostri canali per restare sempre aggiornato: